La pandemia dei minori: il ritorno alla normalità è la miglior terapia
di Laura Solieri
Da marzo 2020 la scuola italiana è stata chiusa e non ha mai davvero riaperto. Le ripercussioni sullo stato di salute psicofisico delle giovani generazioni sono allarmanti. La gestione della pandemia, che ha penalizzato la scuola, ha generato disagi e malesseri che è necessario gestire oltre una sfera medico-patologizzante. Ne parliamo con il pedagogista e accademico Daniele Novara che il 22 ottobre ore 18.30 allo Spazio Nuovo (Modena, viale IV Novembre 40/B) parlerà di “Emergenza psicologica e pedagogica: le conseguenze della gestione della pandemia nei minori” in dialogo con Manuela Ciambellini di Priorità alla Scuola Modena che promuove l’appuntamento insieme a Idee in Circolo, studenti, genitori e personale scolastico in collaborazione con Associazione Studentesca React. «Oggi occorre normalizzare la vita dell’infanzia che è normale quando i bambini possono stare tra di loro, nella natura e giocare senza ansie e preoccupazioni – esordisce Novara, fondatore e direttore del Centro Psico Pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, ideatore del Metodo Maieutico nell’apprendimento e nella relazione d’aiuto e autore di numerosi libri e pubblicazioni di largo successo, tradotti in altre lingue – Detto questo, il bambino a livello neuro cerebrale è molto plastico e riesce a recuperare facilmente. Dobbiamo ricordare che gli adulti sono vaccinati e quindi dare ai più piccoli quello spazio vitale di cui necessitano perché l’eccesso prolungato di ansia in cui li costringiamo, li danneggia: la normalità è la miglior terapia».
La didattica a distanza ha acuito questi fenomeni. Rischiamo di trovarci al 3° anno di gestione della pandemia nelle scuole senza che siano stati svolti i necessari interventi. L’obiettivo è quindi rendere consapevole l’opinione pubblica del disagio diffuso che stanno vivendo le giovani generazioni, tentando di proporre metodologie ed interventi alternativi alla medicalizzazione.
«Chiediamo al mondo della salute di considerare la salute nel suo complesso, come dicono anche le norme internazionali: quando c’è una pandemia bisogna sempre soppesare tutto, mentre in Italia ci si è concentrati sul tema del virus in quanto tale, e basta – dice Novara il cui ultimo libro pubblicato è “I bambini sono sempre gli ultimi. Come le istituzioni si stanno dimenticando del nostro futuro” (ed. BUR Rizzoli) – Nell’ultimo anno, gli adolescenti hanno raddoppiato i tentativi di suicidio, i bambini sono sempre più arrabbiati e si è creato un fortissimo disagio psicologico. C’è stata un’attenzione tutta rivolta a proteggerci dal virus dimenticando che abbiamo danneggiato i ragazzi: ci vuole un’attenzione più organica e complessiva perché la salute è un concetto globale».
Con il Covid dovremo conviverci ancora per molto tempo e oggi, il punto, è farlo nel modo migliore possibile perché l’idea che porteremo i bambini alla normalità solo quando il virus scomparirà non è sostenibile. Ma qual è l’emergenza psicologica e pedagogica più urgente? Quali sono le paure dei bambini e degli adolescenti del 2021?
«E’ più facile capire le paure degli adolescenti perché ne parlano – spiega Novara – Le loro paure sono rimanere incastrati in questa situazione, non poter più fare la loro vita, stare chiusi in casa con la mamma, retrocedendo a una situazione larvale di preadolescenza. Sono paure estremamente legittime e significative: non c’è niente di più contro natura dell’adolescente chiuso in casa. Per i bambini è più complicato perché non ti parlano, sono arrabbiati e basta».
Il bambino non ha la consapevolezza delle sue emozioni, le vive, le agisce e i dati raccolti sul piano empirico ci dicono che la rabbia è l’emozione più frequentata da loro in questo momento, sfociando a volte nell’aggressività non tanto verso i compagni ma verso i genitori, creando situazioni difficili sul piano della gestione che mette in crisi l’autorevolezza di madri e padri. «Sta a noi adulti creare le condizioni affinché il bambino possa fare una vita normale, vivere normalmente le frustrazioni, non sentirsi così ingabbiato come è successo nell’ultimo anno e mezzo – dice Novara – Questo è il terzo anno di scuola pandemica, sono esperienze che resteranno a livello epigenetico, che nessuno dei nostri predecessori ha mai vissuto». Novara sostiene la necessità di togliere le mascherine ai bambini della scuola primaria riflettendo sul fatto che i dati epidemiologici sono positivi e gli insegnanti sono vaccinati. «Non si può pensare di fare scuola dietro a un monitor. La scuola è presenza, è comunità in carne ed ossa, ha bisogno delle sensorialità corporee, del volto, dell’incontro quindi la Dad non ha salvato la scuola ma è stata un’interruzione, necessaria nella primavera 2020 e non nella primavera 2021 – conclude Novara – Gli errori che stiamo continuando a fare sono con le quarantene, gestite, secondo me, come l’anno scorso quando ancora non c’era il green pass; qualsiasi ambiente della nostra società con il green pass ha tolto delle prescrizioni, nella scuola no e questo non va bene. Dovremmo avere più rispetto per i bambini che hanno diritto a restare a scuola».