A cura di Le ragazze di Homo Sum
Homo Sum nasce dall’incontro tra l’esperienza di Servizio Civile Nazionale, svolto presso il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, e la passione artistica. Le 68 fotografie ritraggono 60 persone provenienti in parte dall’ambito della salute mentale di Trieste (operatori, utenti, volontari, familiari), in parte esterne. Alla mostra hanno aderito tra gli altri anche il Dr. Franco Rotelli e l’allora direttore del Dipartimento di Salute Mentale Dr. Roberto Mezzina, personaggi di spicco all’interno del panorama triestino. Per i ritratti si è scelto il bianco e nero, nonché di invitare le persone a mantenere la neutralità espressiva per appianare per quanto possibile le differenze esteriori e lasciare spazio alla piccola grande espressività di ogni “corpo, sguardo e silenzio” nella sua soggettività irriducibile. Il pannello esposto in apertura alla mostra contiene il “manifesto” di Homo Sum: attraverso il linguaggio letterario, si è cercato di ricreare un caleidoscopio di caratteristiche umane, legate alla salute mentale e non, talmente varie ed intrecciate da rendere impossibile ogni categorizzazione e emozionare allo stesso tempo. Anche l’allestimento è stato realizzato in modo volutamente caotico e anti-convenzionale, con l’idea di riempire lo spazio e creare un “labirinto” di sguardi e dove si è costretti a riposizionare continuamente sé stessi nello spazio e di fronte all’altro, un po’ come si deve fare per comprendere davvero l’altro, cambiando sé stessi continuamente. Infine, il video svela le tappe che hanno portato alla realizzazione di ogni scatto di Homo Sum: coppie di persone diverse, spesso sconosciute, sono state invitate a vivere insieme, prima di essere fotografate, dei momenti esperienziali pensati apposta per favorire un’atmosfera di vicinanza emotiva, quell’atmosfera che noi crediamo crearsi spontaneamente nel momento in cui ognuno di noi si pone di fronte all’altro vestito solo delle sue emozioni, dell’essenzialità dell’”umano”. Homo Sum è un progetto che nasce nell’ambito della salute mentale di Trieste ma fin da subito si pone l’obiettivo di estendersi ad altri contesti. La prima inaugurazione è avvenuta il 13 luglio 2017 al Padiglione “I”, ultima residenza dell’ex Ospedale Psichiatrico Provinciale di San Giovanni, nel primo anniversario dal suo sgombero definitivo. Successivamente la mostra varca il perimetro dell’ex manicomio e incontra parallelamente i cittadini di Trieste presso la Lux Art Gallery (TS) e i detenuti della Casa Circondariale “Coroneo” di Trieste, per poi essere esposta un’ultima volta all’evento di “Arte oltre il muro” presso la Centrale idrodinamica del Porto Vecchio (TS). Presenti nella quotidianità di chi attraversa l’esperienza del disagio psichico, durante l’esperienza del Servizio Civile Nazionale, ci si è resi conto che questa non è che uno degli infiniti tratti che compongono la complessità unica di ogni persona. L’obiettivo del progetto fotografico è di sensibilizzare la cittadinanza nei confronti dello “stigma” in salute mentale, cioè quel pregiudizio per una realtà sentita come incomprensibile che crea una profonda distanza tra chi vive la sofferenza e la sua comunità. La nostra risposta vuole essere quella di rappresentare attraverso la fotografia una realtà più sfumata, meno dicotomica ma proprio per questo più vicina alla normalità dell’umano. Una “bella confusione” che contrasti le semplificazioni di chi non conosce questo tipo di sofferenza e quindi troppo spesso la giudica. Ogni scelta artistica di Homo Sum risponde alla logica “dell’assenza di criterio”, intendendo con ciò una rappresentazione che contrasti l’emergere di stereotipi e promuova una normalizzazione dell’immaginario visivo legato alla salute mentale.
Sarà possibile visitare la mostra durante gli eventi di Màt.
La Tenda, Viale Monte Kosica angolo Viale Molza, Modena