La Quarta edizione della Settimana della Salute Mentale di Modena dedica grande attenzione alle conseguenze che la crisi economica determina sulla salute mentale, e alla risposta che i sistemi sanitari possono/devono offrire. Come è noto, mentre l’effetto negativo sullo stato di salute fisica è indiretto, in particolare per la ridotta possibilità di accesso a cure ed esami specialistici, quello sulla salute mentale è diretto: difficoltà finanziarie, disoccupazione e indebitamento producono ansia e depressione; quella che Eugenio Borgna definirebbe “depressione motivata”, non per questo meno sofferta e invalidante. La maggiore frequenza che tali condizioni assumono in periodi di crisi economica dovrebbe condurre ad un rafforzamento dei sistemi di protezione sanitari e sociali. Purtroppo ciò cui assistiamo è il cosiddetto “paradosso della crisi”: servizi sanitari e sociali vengono ridimensionati o subiscono significativi tagli proprio a causa della crisi i cui effetti dovrebbero contrastare. L’esperienza della Grecia offre concreti elementi di riflessione: a fronte dell’incremento della domanda di assistenza (+120% negli ultimi 3 anni), il finanziamento è stato ridotto di oltre il 50%. La prevalenza di depressione maggiore è passata dal 3,3% nel 2008 all’8,2% nel 2011 e i suicidi sono aumentati del 45%. Eppure gli interventi in grado di mitigare gli effetti della crisi sulla salute mentale della popolazione sono ben noti: politiche di rafforzamento della capacità di risposta dei centri di salute mentale, di contenimento delle liste d’attesa, di riduzione degli ostacoli all’accesso. In questa direzione si è espressa l’OMS nel recente rapporto “Economic crisis, health systems and health”. All’attuazione di queste politiche viene attribuita la capacità di aver innescato la ripresa in USA. In Canada un panel di esperti ha addirittura definito l’assistenza sanitaria “una buona medicina per l’economia del Paese”. In Italia, purtroppo, la Società di Psichiatria ha documentato un impoverimento dei servizi per la salute mentale e, più in generale, una situazione critica dell’assistenza psichiatrica pubblica. Come nota Taroni, i bisogni di cura determinati dalle conseguenze più immediate della crisi (depressione, ansia, disturbi del comportamento, suicidi) “non dispongono di interessi forti a sostegno”. Evidentemente, raccomandazioni internazionali e prove di efficacia non costituiscono, nel nostro Paese, motivazioni sufficientemente forti da attivare i cambiamenti necessari, utili a modificare l’agenda delle priorità. Questa Settimana della Salute Mentale vuole rafforzare in tutti noi la convinzione che l’attraversamento della crisi, il cercare di trovare una via d’uscita che “non lasci indietro nessuno”, sono la nostra comunità di destino, un impegno etico e di cittadinanza, oltre che professionale. Che va affrontato con il coinvolgimento di tutti, valorizzando le buone pratiche ma non sottraendosi al messaggio positivo che ogni crisi porta nel suo etimo: la scelta. Tra un prima e un dopo, tra un passato che ha prodotto quello che siamo e un futuro al quale apprestarsi per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile.
Fabrizio Starace
Direttore DSM-DP AUSL Modena
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