Stiamo parlando realmente di diritti e doveri di cittadinanza?
Luca Atzori, rappresentante del coordinamento nazionale utenti, ha detto all’inaugurazione: “Ancora esiste una forte difficoltà e debolezza delle forme di presenza “negoziale” e “interlocutoria” dei cittadini nei servizi pubblici, che pure sono avvertite come necessarie in questa difficile fase di passaggio, ma ancora non sono attuate”
Come attuare questa partecipazione attiva?
Luca Negrogno ha svolto un percorso di ricerca con l’obiettivo di problematizzare la retorica della partecipazione. Considerando le attuali dinamiche del welfare si dimostra che la partecipazione non è in sé garanzia di democraticità né di qualità delle decisioni. Le dinamiche partecipative nei servizi di salute mentale producono qualità solo se contemplano meccanismi di bilanciamento dei poteri in gioco, altrimenti il rischio di manipolazione dei cittadini da parte dell’istituzione e’ molto alto.
Un focus analitico importante emerge dal confronto tra contesti diversi: le pratiche partecipative interessano solo pochi segmenti dei servizi di salute mentale e pochi ambiti territoriali. Su scala nazionale sono sicuramente più numerose e radicate le pratiche di totale subalternità e oggettivazione dei cittadini da parte dei tecnici e degli amministratori. Si prova dunque a mettere in luce i diversi ruoli, non sempre positivi, che assume la psichiatria in contesti caratterizzati da crescita dei bisogni e del disagio sociale, a cui le istituzioni rispondono con politiche di esclusione e carcerazione.
Ne parleremo con Vanna Greco, Elena Stanchina, Luca Negrogno, e membri delle Associazioni: In contro mano, Idee in circolo, Insieme a noi e del servizio Social Point, Progetto di Inclusione Sociale del DSM – DP di Modena, il 22/10 a Sassuolo, dalle 16.00 presso Sala Biasin – via Rocca, 22 – Sassuolo
Introduzione alla XIV Edizione della Settimana della Salute Mentale
Secondo Margaret Mead la civiltà non inizia con l’uso di strumenti avanzati, quelli che caratterizzano il progresso tecnologico, ma con un gesto di cooperazione e compassione. La storia che utilizzava per spiegare questo concetto è quella del femore rotto e guarito...